La resistenza antimicrobica (AMR) rappresenta una grave minaccia per la salute umana e animale, rendendo essenziale un uso responsabile degli antibiotici per preservarne l’efficacia. La collaborazione tra i settori della salute umana e veterinaria è cruciale per affrontare questa sfida.

L’approccio One Health, che integra la salute pubblica, animale e ambientale, è fondamentale per bilanciare la necessità di cure con la prevenzione delle infezioni. Per questo, è prioritario investire in strategie preventive come la biosicurezza, la sorveglianza sanitaria e l’uso diffuso di vaccinazioni, riducendo così la dipendenza dagli antibiotici.

In Europa, i dati sull'uso degli antibiotici negli animali sono stati raccolti attraverso il sistema ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption), coordinato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). In tredici anni, il numero di Paesi partecipanti è cresciuto da 9 a 31, contribuendo a una significativa riduzione dell’uso di antibiotici negli animali da produzione alimentare in tutta Europa. A partire da gennaio 2024, la raccolta dati diventerà obbligatoria per tutti gli Stati membri dell’UE e del SEE, includendo non solo le vendite, ma anche l’uso effettivo degli antimicrobici negli allevamenti. L'Italia, come gli altri Paesi, utilizzerà la nuova piattaforma Antimicrobial Sales and Use (ASU) sviluppata dall’EMA ai sensi del Regolamento (UE) 2019/6. L’implementazione sarà graduale: nel 2024 saranno raccolti i dati su bovini, suini e avicoli, per poi estendersi a tutte le specie da allevamento entro il 2027. Dal 2030, il sistema includerà anche gli animali non destinati alla produzione alimentare. Il primo rapporto ufficiale basato su questa nuova piattaforma sarà pubblicato nel 2025.    

 

 

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